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Mostre

23.09.                    31.10.2008

CINA_CINE_CRIME
UCCELLO: LA BATTAGLIA DI SAN ROMANO (INCLUSA)

Katharina Karrenberg

Lunedi 22 ottobre, alle ore 17.00: lezione di Katharina Karrenberg


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vedute dell'installazione

All’eroismo occidentale dell’azione, ai racconti delle gesta degli eroi, al mito del combattente solitario e simile ad un dio, i cinesi contrappongono la realtà della trasformazione. Il saggio non agisce... la trasformazione non può essere isolata né messa in risalto, e pertanto non viene vista. Proprio questa invisibilità fa parte di quella strategia cinese che mira a un processo di trasformazione silenzioso, privo di violenza, il cui obiettivo è la vittoria. L’effetto è indiretto e discreto. Il grande generale ottiene solo piccole vittorie... Ecco qui alcuni pensieri che ho tratto dal libro Der Umweg über China (letteralmente: Deviazione attraverso la Cina) di Francois Jullien.

Gli immigrati cinesi in Europa mi danno la possibilità di intraprendere una nuova deviazione: quella attraverso Paolo Uccello. Il quadro La battaglia di San Romano fu commissionato e dipinto in un’epoca (la prima metà del Quattrocento) in cui in Europa, e soprattutto nell’Italia settentrionale, cominciava a cristallizzarsi un potere egemonico che era in grado di assorbire influenze arabe, egiziane, del vicino oriente e della Cina; di assorbirle, elaborarle, interiorizzarle e naturalizzarle come originali, geniali creazioni di una cultura universale. Molti dei nostri conflitti odierni hanno a che fare con un pensiero che non riconosce più quel gesto di dominio sul mondo che è racchiuso dentro di sé, e che lo considera ovvio. La culla di questo sistema concettuale è stata la Firenze del Quattrocento con la sua aggressiva politica espansionistica, con la fondazione medicea di un consorzio bancario internazionale, con l’abile costruzione di una rete di interdipendenze tra chiesa, stato e politiche, il tutto strettamente in mano medicea, con le sue ambizioni di potenza marittima e non da ultimo con la sua politica della cultura e del genio.

Nell’attraversare le communita cinesi che crescono e si espandono nelle città italiane, mi viene in mente un’altra forma di trasformazione: i miei personali codici di osservazione, lungamente sperimentati, cadono a pezzi; i miei selezionati e raffinati luoghi della cultura cominciano a vacillare, e ho la sensazione che il mondo stia per ribaltarsi. Questo ribaltamento comincia con le navi container internazionali che approdano nel porto di Napoli, con l’acquisizione di tutto il settore industriale tessile di Prato da parte degli immigrati cinesi, e si protrae nei quartieri di Roma, Milano, Parigi e di nuovo indietro – intorno a Vesuvio. Il mercato cinese e i migranti cinesi vengono alternatamente incolpati del processo di de-industrializzazione, dell’alterazione dei tassi di cambio, dell’indebolimento dell’occidente, di furto tecnologico, di violazione del diritto d’autore, della sottrazione del benessere altrui.

Nella mia mostra espongo delle installazioni dedicate alle Chinatown di Firenze, Roma, Milano e Napoli, osservate dal punto di vista della dominante cultura occidentale. Le installazioni sono accompagnate dalla trasposizione grafica dei tre dipinti di Paolo Uccello. In diversi filmati, in cui proietto delle sequenze di immagini riprese nelle Chinatown uso anche alcuni Lieder tratti dal Winterreise di Schubert. Ho avuto la fortuna di incontrare uno dei più grandi suonatori di armonica a bocca, Franz Chmel, che ha elaborato le voci dei cantanti traendone dei pezzi per l’armonica cromatica, offrendomi così proprio ciò che stavo cercando: una rottura ironicomalinconica del desiderio per il meraviglioso e per l’armonia, nel baratro della sordida economia del 21esimo secolo. (Katharina Karrenberg)

Verrà pubblicato un catalogo con testi di Beatrice von Bismarck e Clemens Krümmel.

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