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Monthly Dispatch
Mensili da VILLA ROMANA – Marzo 2024

Questa volta vorrei iniziare a ritroso. Con un incontro che arricchisce di ulteriori significati il fitto accumulo di esperienze che si sono susseguite in quest'ultimo mese. Lo scorso 28 marzo 2024, abbiamo avuto il privilegio di partecipare alla prima fiorentina del docufiction Orlando. My Political Biography di Paul B. Preciado., e di ascoltare e incontrare un’altra volta di persona il filosofo e curatore, insieme a una effervescente delegazione di Villa Romana composta da avidi lettori e consumatori della letteratura del filosofo ha dato un impulso così importante, ad esempio, a Documenta14. In una discussione successiva alla proiezione, Preciado ha chiarito che, nonostante le molte forze oscure di questi tempi e le diverse energie oppressive che attualmente fluiscono in molteplici direzioni, lui rimane ottimista. Ha spiegato che il suo è un ottimismo politico, che lui abbraccia come tecnologia politica di trasformazione, come metodologia: il nostro è un tempo in cui stanno prendendo forma cambiamenti epistemologici epocali, che ci porteranno in uno spazio totalmente nuovo e – si spera – liberato. Come scrive nelle ultime righe dell'introduzione al suo ultimo libro Dysphoria Mundi, stiamo attraversardo quella che sarà forse la più bella (o la piu devastante) avventura collettiva nella quale ci siamo mai imbarcati. Preciado parla delle trasformazioni che percepiamo nella sfera sociale, politica e sessuale e dell'opportunità che tutti noi abbiamo di abbracciare questa transizione planetaria. 

Anche a Villa Romana crediamo che in questi tempi stiamo vivendo un cambiamento planetario e che quello che stiamo sperimentando è una sorta di terreno di prova per questa trasmutazione e questo passaggio. Lo stiamo facendo attraverso la convivenza - al di là dei meri paradigmi occidentali, oltre i confini della famiglia nucleare e in collaborazione con esseri viventi più-che-umani -, attraverso l'impegno ecologico e la cura agroecologica, attraverso l'idea che l'essere insieme e la sostenibilità siano i nostri beni comuni. Lo sosteniamo con il nostro costante impegno artistico nell'alimentare una comunità e una ricerca diversa e sensibile, in continuo divenire e che sfugge a ogni binarismo. 

Data questa breve premessa, prima di descrivere il diario degli ultimi 31 giorni in Villa, molte delle cose che sono qui accadute possono essere situate e lette con un afflato più ampio.

Durante questo mese, tutti i borsisti sono arrivati e hanno iniziato a prendere spazio nella casa, con i loro figli e le loro molteplici identità, con le loro ricerche artistiche e i loro diversi operati. Hanno immediatamente riempito la casa di un'urgenza e di un tono nuovi, che ci hanno messo a nostro agio in modo naturale e organico. Dopo avere dato tempo e spazio ai borsisti per trovare i loro ritmi e i loro umori, abbiamo iniziato a riunirci, a riflettere, a cucinare e a vagare - in altre parole, a ritagliare insieme il nostro codice di convivialità e le nostre politiche di reciprocità, trovando il modo di sintonizzarci con i bisogni e le sensibilità altrui. 

Siamo stati sostenuti in questo sforzo dalla presenza degli artisti ospiti Zineb Achoubie e Lorenzo Sandoval, che ci hanno raggiunto dal Marocco e dalla Spagna grazie a una borsa di studio di The Anna Lindh Euro-Mediterranean Foundation for the Dialogue Between Cultures. I due artisti, che hanno trascorso un mese intero qui con noi e hanno lanciato il progetto Akou-Eko-Oikos, hanno condotto una ricerca all'incrocio tra tessitura, narrazione, acustica, economia circolare e domesticità: hanno lavorato con noi sul campo, nella villa - attivando tutti gli spazi della casa, dalla biblioteca, al giardino, ai pavimenti e a molti pattern dell'intero edificio -; con loro, abbiamo visitato diversi laboratori locali che lavorano all'intersezione di diverse discipline, come l’incredibile Lottozero di Prato, e abbiamo sperimentato formati e media. Ma ciò che gli artisti hanno fatto concretamente nel corso di questi 31 giorni di residenza è stato sostanzialmente ed essenzialmente creare infrastrutture di ascolto: ritagliare spazi per praticare gesti di reciprocità profondi e intersezionali, per sostenere nuove forme di conversazione e dialogo. Ricercando le possibilità di migliorare l'acustica di Villa Romana per consentire una politica domestica dell'ascolto meno dispersiva - e di conseguenza una pratica di convivenza più sensibile -, i due artisti hanno offerto a noi e ai borsisti situazioni costanti di scambio e riflessione collettiva. La restituzione finale della loro ricerca si è concretizzata con una Acous-Coustic Session, la prima di una serie, che ha visto la partecipazione performativa dei nostri borsisti Ruben D'Hèrs e Sergio Zevallos. L'evento ha rappresentato un'occasione per conoscere il progetto ascoltando alcuni nuovi brani sonori e di ricerca composti dai borsisti appena arrivati, e condividendo con i numerosi ospiti un piatto di cous-cous cucinato da Zineb secondo la ricetta della madre. Ringraziamo per questa generosità intellettuale e sociale, e siamo grati per l'occasione di sintonia e connessione. 

Un altro grande momento di sintonia cognitiva e affettiva è avvenuto anche in occasione dell'intervento del filosofo Matteo Pasquinelli (Professore Associato di Filosofia della Scienza presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia) il 20 marzo, seguito da una conversazione con la nostra borsista Monaì de Paula Antunes e l'artista ospite Lorenzo Sandoval: presentato il suo ultimo libro The Eye of the Master: A Social History of Artificial Intelligence (Verso) in collaborazione con l'Università di Siena, Pasquinelli ha fornito uno spunto per riflettere sull’intelligenza artificiale, sulla sua imitazione dell'intelligenza del lavoro e delle relazioni sociali, e sulle possibilità che ci restano per sfuggire ai loop del controllo algoritmico. La conversazione, con le riflessioni su gambiarra design portate da Monaì e sulle forme non occidentali di calcolo e interrelazione proposte da Lorenzo, come il quipu e le forme di intelligenza più-che-umana, ha suscitato riflessioni sul potenziale di relazioni ambigue interdipendenti che possono non rientrare nelle forme di discorso dominanti, e sull'importanza della nostra sperimentazione artistica comunitaria – incarnando un'esperienza di interconnessione per espandere la nostra percezione dell'ambiente, dell'intelligenza più-che-umana e della tecnologia. 

È stato un mese di celebrazioni e convivialità, con la nostra tradizione dei nostri communal meals e delle nostre sessioni collettive che sono ricominciate regolarmente, per riflettere insieme sulla nostra pratica di coabitazione e sulla nostra ricerca artistica. L'8 marzo abbiamo tessuto nuove amicizie e onorato la giornata delle donne con un meraviglioso pranzo di cous-cous organizzato da Zineb Achoubie e Mistura Allison, celebrando il femminismo come una pratica quotidiana, contro la mera compilazione di caselle e di quote. Abbiamo festeggiato compleanni e giorni di passaggio, riconnettendoci alla vita post-invernale del giardino e alla primavera. 

È stato anche un mese di viaggi: a Berlino per una riunione del consiglio direttivo, e per l’opening di Märzmusik, con il programma speciale di performance per campane organizzato dalla nostra Jessica Ekomane (Villa Romana Fellow 2023); a Roma per intrecciare collaborazioni con artisti e accademie - con Hamedine Kane a Villa Medici, per tracciare una collaborazione futura, e con Ane Rodríguez Armendariz all'Accademia di Spagna, per la sua ricerca e la serie Materie di Cura, sulle residenze per artisti e sugli spazi di sperimentazione e di coesistenza. Abbiamo partecipato collettivamente a conferenze che intersecano il nostro programma, come la proiezione di The Moving Museum di Theo Eshetu alla NABA di Milano, organizzata da Jonas Tinius come la presentazione di Lorenzo Sandoval Curating Counter Extractivism, e alla intelligente lecture della nostra Mistura Allison alla Syracuse University di Firenze: Mapping Oríkì: Intersections of Spatial Memory and Film, un'incredibile occasione per conoscere meglio la pratica degli altri e ciò che muove la nostra ricerca personale. 

Abbiamo salutato persone, come le straordinarie Helena Uambembe e Tewa Barnosa, che sono partite rispettivamente a inizio e a metà Marzo dopo la loro guest residency, e accolto nuove persone, nuove idee, nuovi semi da far germogliare. Oltre ai borsisti e agli artisti ospiti, abbiamo avuto il piacere di ospitare Matteo Pasquinelli, Wietske Maas e il loro figlio Giotto, di ricevere curatori per studio visits e ricerca, tra cui Aude Mgba e Paz Guevara, di accogliere persone che ci hanno fatto visita, come l'ambasciatore tedesco in Italia, Hans-Dieter Lucas, e il direttore del Goethe Institut di Roma e d'Italia, Joachim Bernauer

Il mese si è concluso con l'arrivo di tre nuovi artisti nella casa - Saverio Cantoni, Yuni Chung e Gabriella Hirst -, artisti e ricercatori che contribuiranno al benessere della nostra collaborazione con le piante e gli esseri viventi del giardino. Siamo pronti per un nuovo capitolo, che apre possibilità di elaborare discorsi e pratiche ecologiche inaspettate, in grado di abbracciare le contraddizioni e la pluralità di mondi che attualmente vivono sotto lo stesso tetto.


Cous-Cous

di Zineb Achoubie

Couscous
  • 1 kg di couscous
  • 55 ml di olio d'oliva o di olio vegetale
  • 1 cipolla grande, tritata grossolanamente
  • 3 pomodori freschi, pelati e tagliati grossolanamente
  • 1,5 cucchiai di sale
  • 1 cucchiaio di zenzero
  • 1 cucchiaio di pepe
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • 1 manciata di rametti di prezzemolo e coriandolo, legati in un bouquet
  • 2 cucchiai di smen - burro marocchino conservato - (facoltativo; conservare fino alla fine della cottura)
  • 100 g di ceci secchi, lasciati in ammollo per tutta la notte
  • 1 piccola testa di cavolo, tagliata a metà o in quarti
  • 3 o 4 rape medie, sbucciate e tagliate a metà
  • 8-10 carote sbucciate (se grandi, tagliate a metà nel senso della lunghezza).
  • 1 o 2 pomodori piccoli, sbucciati, privati dei semi e tagliati in quattro
  • 1 o 2 cipolle piccole, tagliate a metà (si possono usare anche cipolle fresche intere)
  • 1 piccola zucca a ghianda, tagliata in quarti (o uno spicchio di zucca)
  • 4 o 5 zucchine piccole, tagliate alle estremità (o 8 palline tagliate a metà).
In una pentola, una volta che si è formato un sugo denso con le cipolle e i pomodori, si può aggiungere l'acqua, unire tutte le verdure e procedere direttamente alla prima cottura a vapore del couscous.

Recuperare le verdure dal brodo al centro del couscous con un cucchiaio forato e disporle tutte intorno (a piramide, se si vuole). Guarnite con i ceci, i peperoncini e anche il mazzo di prezzemolo, se vi piace.
Versare con cura alcune tazze di brodo sul couscous. Offrire il brodo rimanente in ciotole a parte.

La Tfaya è facoltativa e può essere usata come guarnizione o servita a parte.



PEPITE - Sonic Nuggets
dall'Archivio di Radio Papesse

Nei calendari contadini Aprile è il mese delle tosature, delle trasformazioni, è il mese dei mutamenti e delle rigenerazioni. Ecco quindi che dall'Archivio di Radio Papesse per aprile vi proponiamo di ascoltare Plotting the Urban Body - Itinerario Acqua • Nord • Rifredi, un intreccio sonoro e narrativo di Maria Pecchioli, scandito da materiali di archivio, memorie personali, storia collettiva e field recording. In questa narrazione - che nasce dal quartiere di Rifredi a Firenze, dove Maria è nata ed ora è tornata a vivere - i processi di trasformazione e stasi energetica della città si riflettono nei mutamenti individuali e collettivi.

Ricette Evergreen

di Claudia Fromm

Torta rustica primaverile alle erbette di campo

Il mese di marzo ci ha regalato un'abbondanza di erbe selvatiche commestibili in giardino, gustosissime e ricche di vitamine e minerali!

Ingredienti per una teglia con un diametro di 26 cm

Per la pasta matta:
  • 300 gr di farina (mista 00, 2 e integrale)
  • 100 ml di acqua frizzante a temperatura ambiente o vino bianco secco
  • 60 ml d’olio di oliva extravergine
  • Sale
Per il ripieno:
  • 500 g erbe selvatiche miste
(le nostre sono: sonchus oleraceus e asper (grespino, cicerbita), lunaria annua (erba luna), crepis vesicaria (radichiella), stellaria media (centocchio), beta vulgaris (bietole), borago officinalis (borragine), salvia pratensis (salvia dei prati), foeniculum vulgare (finocchietto), clinopodium nepeta (nepitella), umbilicus rupestris (ombelico di venere), plantago lanceolata (piantaggine)
  • 200 g feta
  • 2 uova
  • 2 cipollotti freschi
  • 1 spicchio di aglio
  • una manciata di uvetta sultanina
  • sale, pepe nero o peperoncino
Per decorare:
  • fiori di borragine, margheritine dei prati (bellis perennis)
Prima di tutto, disponete la farina a fontana, aggiungete l’acqua, l’olio e il sale e impastate con le mani partendo dal centro e raccogliendo tutti gli ingredienti fino ad ottenere un panetto liscio e lasciatelo riposare 30 minuti.

Nel frattempo tagliate e lavate le erbette, sbollentatele e saltatele in padella con i cipollotti. Salate e pepate e fatele raffreddare. Poi amalgamate le erbette cotte con le uova, la feta sbriciolata e l´uvetta precedentemente ammollata in acqua. Stendete la pasta, ungete una teglia e disponete la pasta bucherellandola alla base. Distribuite il ripieno, ripiegate i bordi come nella foto e spennellate leggermente di olio.

Infornate a 180 gradi per circa 30 minuti.

Buon appetito!

PERIOD!

by Maike Wild






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